Scuole ed emergenza coronavirus, subito i tablet ai ragazzi che ne hanno bisogno
Scuola ed emergenza coronavirus, che fare? Per Save the Children, Di fronte alla annunciata proroga della chiusura delle scuole è indispensabile mettere ogni bambino e ragazzo nelle condizioni di esercitare il diritto allo studio. E’ infatti importante non aumentare le diseguaglianze educative.
Scuola ed emergenza coronavirus, i soldi in arrivo devono essere usati subito
Questo l’appello lanciato da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro. Il decreto Cura Italia prevede un fondo per le scuole di complessivi 85 milioni. Questi soldi serviranno per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali come i tablet. Saranno utilizzati inoltre per attrezzare le scuole e formare i docenti. Ma perché tutto vada bene è necessario che le scuole attivino immediatamente la distribuzione. E che a queste consegne venga data priorità al pari dei beni essenziali, spiega l’Organizzazione.
L’appello di save the Children
“I nostri centri che sono rimasti attivi in tutta Italia ricevono continue segnalazioni di bambini e ragazzi disconnessi. Lo sono perché non hanno un tablet o un pc disponibile. Si tratta di bambini e ragazzi disconnessi che rischiano di rimanere isolati, di fare passi indietro nell’apprendimento e di perdere la motivazione allo studio. Per loro essere collegati ai docenti e al gruppo classe è di fondamentale aiuto anche per sostenere questo periodo di ansie e preoccupazioni. Difficoltà spesso collegate non solo alla tutela della salute dei propri cari, ma anche alla crisi economica e alla perdita del lavoro dei genitori”, ha affermato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Oltre 1,2 milioni di bambini in povertà assoluta
Oggi, nel nostro Paese, più di 1,2 milioni di bambini vivono in povertà assoluta, una condizione che riguarda più di 1 famiglia con minori su 10. Il 14% delle famiglie vive in una situazione di relativa povertà e il 27% rischia di finire in povertà se dovesse perdere tre mesi consecutivi di stipendio.
Save the Children gioca d’anticipo
Dal canto suo, Save the Children ha già iniziato la distribuzione dei primi 200 tablet a bambini e adolescenti particolarmente svantaggiati. Un’operazione che consente loro di seguire le attività scolastiche e quelle dei centri “Fuoriclasse” attivi sul territorio di Milano, Torino, Aprilia e Bari. Dispositivi ai quali si accompagnano tutorial. Dispositivi che coinvolgono anche i genitori, per garantire un uso consapevole degli stessi e del web. Questo intervento è stato reso possibile grazie alla donazione straordinaria di Bolton Group, nell’ambito di un più ampio e pluriennale impegno a fianco di Save the Children nel contrasto alla dispersione scolastica.
Combattere le disuguaglianze educative
“La chiusura delle scuole ha messo in luce le gravi diseguaglianze educative del nostro Paese che investono anche il mondo digitale”, afferma Save the Children. “Ostacoli e difficoltà ancora più gravi per i bambini con bisogni educativi speciali o con disturbi nell’apprendimento, quasi 280mila alunni e alunne. Per loro è indispensabile attivare percorsi e strumenti ad hoc per rendere la didattica digitale effettivamente inclusiva. Ề necessario riflettere anche sulla qualità della didattica a distanza, che non deve mai ridursi alla dispensazione di compiti, bensì deve favorire l’interazione all’interno del gruppo classe e con i docenti e deve essere modulata ascoltando e tenendo in considerazione le esigenze delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi”, ha proseguito Raffaela Milano
Scuola ed emergenza coronavirus, apprezzabile l’impegno dei docenti
“Ề apprezzabile l’impegno dimostrato da tanti docenti nell’essere vicino ai bambini e ai ragazzi delle classi, recuperando, in questi giorni, un gap di formazione accumulato nel tempo. Da questo punto di vista, è fondamentale l’impegno alla formazione on line, così come l’ascolto delle esigenze che provengono direttamente dalle famiglie e dagli stessi ragazzi e ragazze”.
Foto di Steve Riot da Pixabay