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Patronato Acli sulla Giornata Mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro: «C’è tanto da fare»

I numeri sono sempre molto preoccupanti, per il presidente Paolo Ricotti la strada verso la sicurezza è ancora lunga. Tra progressi e lacune da colmare

In Italia, gli infortuni sul lavoro rappresentano un problema grave e persistente, un’emergenza che richiede interventi urgenti e una maggiore consapevolezza. I dati provvisori del 2024, pubblicati dall’INAIL fotografano una situazione allarmante: sebbene gli infortuni in occasione di lavoro siano diminuiti dell’1,9% rispetto al 2023, i casi mortali sono aumentati, passando da 1.029 a 1.077 (+4,7%). Ieri, 28 aprile, in occasione della Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, è emersa con forza la necessità di riflettere su questi numeri e agire per tutelare chi lavora.

Infortuni sul lavoro 2024: un quadro a luci e ombre

Secondo l’Inail, nel 2024 gli infortuni in itinere – quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro – sono cresciuti del 5%, mentre le malattie professionali hanno registrato un incremento del 21,6%, raggiungendo 88.499 denunce. Nel primo bimestre del 2025, i dati mostrano un calo degli infortuni sul lavoro del 5,2%, ma i casi mortali sono saliti da 91 a 97 rispetto allo stesso periodo del 2024. «C’è ancora tanto da fare», sottolinea Paolo Ricotti, Presidente del Patronato Acli, evidenziando come la strada verso la sicurezza sia ancora lunga.

Questi numeri dimostrano che, nonostante alcuni progressi, la prevenzione resta insufficiente. Gli infortuni e le patologie legate al lavoro non solo compromettono la vita dei lavoratori, ma pesano anche sul sistema sociale ed economico del Paese.

Gli studenti: una categoria a rischio

Un aspetto preoccupante riguarda gli infortuni tra gli studenti, aumentati del 3,3% nel 2024. Da settembre 2023, la tutela Inail copre gli allievi di ogni ordine e grado per tutte le attività formative, inclusi i percorsi scuola-lavoro. Tragicamente, alcuni giovani hanno perso la vita durante queste esperienze. «Parliamo dei nostri figli», ricorda Ricotti, insistendo sulla necessità di introdurre la sicurezza come materia di studio nelle scuole superiori. Formare una cultura della prevenzione fin dalla giovane età potrebbe essere una svolta per il futuro.

Malattie professionali: un aumento preoccupante

Le malattie professionali sono un altro fronte critico. Nel 2024, le denunce sono salite a 88.499 (+21,6%), e nel primo bimestre del 2025 si attestano a 14.917 (+5,8% rispetto al 2024). Le patologie osteoarticolari, come problemi agli arti e alla colonna vertebrale, rappresentano il 70% dei casi, seguite da disturbi neurologici e ipoacusia. Crescono anche i tumori, spesso legati all’esposizione passata all’amianto. Ricotti sottolinea un dato positivo: «La sensibilizzazione sta aumentando la consapevolezza dei lavoratori sui loro diritti». Tuttavia, molti ancora ignorano le tutele previste dall’Inail.

Amianto: un killer silenzioso

L’amianto, vietato in Italia dal 1992, continua a mietere vittime. Le fibre microscopiche, inalate quando il materiale si deteriora, possono causare il mesotelioma pleurico e altre neoplasie, con sintomi che emergono anche dopo 20-40 anni. «L’esposizione passata non elimina il rischio», avverte Ricotti. Il Patronato Acli supporta i lavoratori esposti nel richiedere indennizzi all’Inail, un diritto spesso sconosciuto. Per assistenza, è possibile cliccare su www.patronato.acli.it e cercare la sede più vicina.

Infortuni sul lavoro: verso una cultura della sicurezza

La Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro del 28 aprile ci ricorda che la sicurezza è un diritto inalienabile. I dati del 2024 e del 2025 evidenziano progressi, ma anche lacune da colmare, soprattutto per i casi mortali e le malattie professionali. Il Patronato Acli è in prima linea per informare, assistere e promuovere una cultura della prevenzione, partendo dalle scuole. Informati sui tuoi diritti e agisci: un lavoro sicuro è possibile!

In apertura: Foto di Janno Nivergall da Pixabay