Regione Lombardia al lavoro per riuscire a verificare l’infezione da coronavirus su ampia scala
Regione Lombardia sta valutando le modalità per effettuare il più ampio screening possibile sul coronavirus nella popolazione. Questo per quantificare il numero di casi complessivo della malattia che spesso decorre in modo asintomatico o paucisintomatico.
Regione Lombardia e coronavirus, si valutano i test
«E’ stata insediata una task force di esperti che ha avviato una valutazione scientifica su più di 100 diverse tipologie di test commerciali per la determinazione degli anticorpi che si sviluppano a seguito dell’infezione da coronavirus. Questo al fine di estendere le possibilità di screening su ampi strati della popolazione», hanno detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare Giulio Gallera.
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Alla ricerca delle proposte diagnostiche migliori
“Si tratta di un primo passo – hanno aggiunto – volto all’identificazione delle proposte diagnostiche che diano le migliori garanzie di specificità, sensibilità, semplicità d’uso ed alta velocità e capacità di essere processati. La Lombardia metterà a disposizione i risultati di questa analisi in ambito nazionale ed internazionale”.
Una road map specifica
La diagnosi sierologica di COVID è ostica e non c’è ancora la certezza delle performance dei diversi test. Gli esperti dei laboratori lombardi, dunque, hanno pensato di avviare un percorso che si delinea attraverso una road map specifica. In primo luogo si effettua il censimento delle piattaforme analitiche/expertise nell’ambito del gruppo. Quindi si procede con il censimento dei materiali (sieri, plasmi) disponibili da parte di ciascun centro. Saranno poi costituiti gruppi di 3-4 laboratori che si incarichino di validare le performance di test diversi. Si procederà all’Utilizzo di uno schema unico per la validazione dei saggi da parte di ciascun gruppo operativo. Infine avrà luogo la Condivisione dei dati e delle strategie diagnostiche proponibili, prima del rilascio dei dati stessi verso l’esterno.
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Regione Lombardia e coronavirus, gli obiettivi della ricerca
Gli esperti, per questa ricerca, approfondiranno le analisi sul siero di pazienti ricoverati, dimessi e tolti dalla quarantena perché negativi, oltre a quelli risalenti agli anni precedenti, durante i quali l’infezione ancora non era in circolo. «La ricerca scientifica procederà di pari passo con lo sforzo che stiamo compiendo per l’assistenza ospedaliera e domiciliare – hanno concluso Fontana e Gallera – Ciò al fine di poter disporre di strumenti diagnostici ad ampio raggio e per rilasciare alla comunità internazionale il maggior numero possibile di informazioni, per il presente e per il futuro, utili a debellare questo nemico invisibile».