I dati sul coronavirus in Lombardia (14 marzo)
Consueto aggiornamento dei dati sui casi di coronavirus in Lombardia a cura dell’assessorato al Welfare della Regione (14 marzo).
Dall’assessorato al Welfare nuovi dati sul coronavirus in Lombardia
I casi positivi sono 11.685, ieri 9.820, l’altro ieri 8.725. Il calo registrato ieri è stato annullato dall’impennata di oggi. I deceduti 966, ieri 890, l’altroieri 744. I dimessi e trasferiti al domicilio sono 1660, ieri erano 1.198, giovedì 1.085. In isolamento domiciliare 3.437 pazienti (2.650/2.044). Ricoverati in terapia intensiva 732 (650/605). Non in terapia intensiva sono 4.898 pazienti (4.435/4.247). Infine, i tamponi effettuati sono stati 37.138 (32.700/32.700).
Così nelle province lombarde
In provincia di Bergamo 2.864 casi (2.368/2.136). A Brescia e provincia 2.122 (1.784/1.598). In provincia di Como 154 (118/98). Situazione critica in provincia di Cremona con 1.565 casi (1.344/1.302). In provincia di Lecco 287 casi (237/199). Nel lodigiano 1.276 nuovi tamponi positivi (1.133, 1.123). A Monza e Brianza 224 casi positivi (143/130). Nella Città Metropolitana di Milano 1.551 casi (1.307/1.146). A Mantova e provincia 261 situazioni positive (187/169). In provincia di Pavia 622 casi (482/468). A Sondrio e nel territorio della provincia ancora 45 casi ufficiali (23/23). In provincia di Varese 158 casi (125/98).
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Dati coronavirus, oggi in Lombardia 1100 posti in terapia intensiva
L’assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, ha quindi precisato che «oggi in Lombardia ci sono 1.100 letti in terapia intensiva, 898 dedicati ai pazienti Covid, 732 dei quali sono ora occupati da pazienti positivi e gli altri sono in attesa del risultato del tampone. Per ora abbiamo trattato 1.064 pazienti, ne abbiamo dimesso il 10% e 145 sono deceduti. Continua la corsa contro il tempo – ha detto – stiamo continuando a svuotare gli ospedali con maggiore pressione, e già 91 pazienti sono stati spostati in altri presidi. Poi 81 persone che stanno meglio sono state trasferite in Rsa. Non so in quale altro Stato europeo sarebbe stato possibile fare una cosa del genere».
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