Dall’assessorato al Welfare i dati sul Coronavirus in Lombardia (10 marzo)
Consueto aggiornamento giornaliero sui casi di coronavirus in Lombardia a cura dell’assessorato al Welfare della Regione (10 marzo).
Dall’assessorato al Welfare nuovi dati sul Coronavirus in Lombardia
I casi positivi sono 5.791, ieri 5.469, l’altro ieri 4.189. Il calo è probabilmente dovuto a un elevato numero di tamponi ancora da processare. I deceduti 468, ieri 333, l’altroieri 267/154. L’87% ha più di 75 anni, l’11% ne ha fra 65 e 74 e il 2% fra 50 e 64 anni. I dimessi e trasferiti al domicilio sono 896, ieri erano 646, domenica 550. In isolamento domiciliare 642 pazienti (1248/756). Ricoverati in terapia intensiva 466 (440/399). Non in terapia intensiva sono 3.319 pazienti (2.802/2.217). Infine, i tamponi effettuati sono stati 21.479 (20.135/18.534).
Così nelle province lombarde
In provincia di Bergamo 1.472 casi (1.245/997). A Brescia e provincia 790 (739/501). In provincia di Como 46 (40/27). Situazione critica in provincia di Cremona con 957 casi (916, 665). In provincia di Lecco 89 casi (66/53). Nel lodigiano 963 nuovi tamponi positivi (928, 853). A Monza e Brianza 65 casi positivi (64/59). Nella Città Metropolitana di Milano 592 casi (506/406). A Mantova e provincia 119 situazioni positive (102/56). In provincia di Pavia 324 casi (296/243). A Sondrio e nel territorio della provincia ancora 7 casi ufficiali (7/6). In provincia di Varese 50 casi (44/32).
L’assessore al Welfare sottolinea gli sforzi per arginare il coronavirus
« Oggi abbiamo 644 posti nelle nostre terapie intensive disponibili per pazienti affetti da coronavirus. Ai 723 che erano all’inizio ne abbiamo aggiunti 223, arrivando a 946. E nei prossimi giorni ne apriremo altri 150/200», ha detto l’assessore al welfare, Giulio Gallera.
Si pensa a strutture alberghiere per trovare nuovi spazi
«Da quando è iniziata l’emergenza – ha spiegato Gallera – le terapie intensive hanno gestito 778 pazienti e dimessi 103, i deceduti sono stati 80. Il 25% dei pazienti non è più in TI, e oggi stiamo cercando di far ruotare il più possibile i pazienti, individuando altre strutture che possano ospitare i pazienti meno gravi. Pensiamo a strutture alberghiere o a spazi più ampi come potrebbero essere quelli della fiera. E’ anche al vaglio la possibilità di utilizzare per le cure intermedie le strutture socio sanitarie così da alleggerire i presìdi ospedalieri e aprire spazi sulle terapie intensive e trovare spazi tipo a Cuasso al Monte o Sondalo (100 posti). Va avanti anche la ricognizione su strutture tipo quella di Bollate per la subintensiva, ampliando così al massimo la nostra capacità di ricezione».
Il richiamo ai comportamenti virtuosi
«Vanno fermate ascisse di crescita dei contagi – ha detto – e quindi rilanciamo ad osservare ancora più scrupolosamente le indicazioni. I risultati li possiamo vedere nell’arco di 7/10 giorni, quindi con il presidente abbiamo condiviso la necessità di mettere in campo misure ancora più forti».